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lunedì 28 aprile 2014

Il maglione

« Sono un poeta » disse a circa 65 anni.
 Proprio in quel momento fissavo il suo maglione. Cercavo buchi, segni di disfacimento e consumo. Se fosse la verità quel che dice il suo maglione non dovrebbe essere in kashmire.
Cercavo un sogno nelle sue parole che era ben presente nei miei pensieri.
Il sogno di una vita libera da
obblighi inutili ma schiavo di voglie essenziali da saziare. Un’esistenza, forse diversa, senza le superflue voglie travestite da necessarie e tanto convincenti da esserle.
Fisso i suoi occhi. Questa società non paga poeti, i suoi veri accerrimi nemici. Essa remunera solo i suoi impiegati. Nessuno realmente libero, e quindi poeta, esiste oggioggiorno.

La sua vita durerebbe il battito di ali di una farfalla o poco più di 600 caratteri. Un tempo perso di notte prima di una sana e lunga dormita che faccia dimenticare quel meraviglioso maglione di Kashmire. 

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